Scrivere per il web non è semplice.
Tra farlo e farlo bene c’è una grande differenza. Scopri perché.
Premessa
Immaginiamo di camminare all’interno di un centro commerciale, quando dei giovani ci chiedono se possono consegnarci un volantino. Lo scorriamo e scopriamo che un negozio di divani all’interno del centro commerciale ci invita per una visita, comunicandoci che ha dei sofà di grande qualità con prezzi accessibili e magari che, proprio oggi, ha deciso di fare una clamorosa e vantaggiosissima promozione.
Analizziamo ora la situazione appena descritta nel mondo reale e nel mondo virtuale. Secondo voi la considerazione sarà la stessa? Scopriamolo insieme.
Mondo reale
Esaminando quello che è appena successo nel mondo reale possiamo constatare che:
- il proprietario del negozio ha sviluppato un testo, probabilmente senza risparmiare con gli aggettivi: strepitoso, imperdibile, incredibile, siamo impazziti e abbiamo abbassato i prezzi e via di questo passo;
- l’ha consegnato a dei ragazzi che lo hanno distribuito agli avventori del centro commerciale, invitandoli ad entrare in negozio;
- il resto, sarà compito dei venditori del negozio.
Sul web, se ci pensiamo, le cose potrebbero sembrare simili. In realtà ci sono molte differenze.
Mondo virtuale
Nel mondo virtuale, invece, come primo step troviamo una call-to-action, l’azione alla quale è invitato un utente; che è addirittura più semplice di quella del mondo fisico (entrare nel negozio).
Nel caso del sito, basterà cliccare su un determinato link per vedere un prodotto nel dettaglio o compilare un form per accedere a una promozione, per esempio. Questo comporta che il linguaggio dovrà essere certamente persuasivo, ma anche che ciò che è scritto si deve sposare con la costruzione della pagina che visitiamo.
Poniamo di avere un sito che propone articoli sportivi e un utente che, dalla pagina delle scarpe da running, clicca su uno specifico modello. In questa fase i superlativi del nostro venditore di divani non servono: l’utente è interessato, sta analizzando quello specifico prodotto e ha già mostrato interesse per l’acquisto. Meglio sostituire i toni ultra-entusiastici – che a questo punto sarebbero fuori luogo – con dettagli tecnici che convincano il nostro potenziale compratore. Inoltre potremmo decidere di usare il “tu”, in modo che le distanze tra venditore e acquirente vengano abbattute. Questo perché il sito si propone con l’obiettivo ultimo della vendita, il nostro utente è interessato e vogliamo che si senta a suo agio.
Se invece il nostro obiettivo è meno concreto (per esempio far iscrivere l’utente ad una newsletter o farlo partecipare ad un webinar o inviargli documentazione), allora possiamo scegliere una strada diversa, maggiormente divulgativa. In quel caso potremmo privilegiare un tono più rassicurante, che faccia emergere la nostra professionalità e infonda all’utente l’idea di aver trovato il partner giusto. Potremmo usare la prima persona plurale, per aumentare il grado di fiducia, rendere più leggibile il testo e garantire il giusto distacco in una fase che è ancora di reciproca conoscenza. Non correre troppo, insomma.
Cosa può fare Opiquad?
Scrivere per il web, come abbiamo visto, è un mestiere vero e proprio. Tra farlo e farlo bene c’è una grande differenza. E comunicare bene attraverso la scrittura non è sufficiente: bisogna conoscere lo strumento per il quale si scrive per essere efficaci.
Per questo in Opiquad riteniamo che la stesura dei testi debba essere affidata sempre a professionisti specializzati, conoscitori del settore che devono trattare.
I testi sono uno dei fattori chiave del successo di un sito web.
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